di Vito Foschi
In questi ultimi anni si sono create grandi aspettative
sulle energie rinnovabili, capaci secondo la vulgata corrente, di produrre
energia senza gli svantaggi delle altre fonti. Ma è proprio vero? Ne dubitiamo.
Esaminiamo l’eolico e il fotovoltaico.
Le summenzionate energie rinnovabili presentano due gravi
problemi. Il primo è che forniscono energia in maniera intermittente e ciò non
è un bene. In una rete elettrica potenza erogata e potenza consumata debbono
essere in equilibrio, tecnicamente bilanciamento. L’energia elettrica non può
essere conservata, ed in ogni momento la quantità prodotta deve essere pari a
quella consumata. Se c’è una fonte intermittente, il risultato è che salta
tutto come il famoso black out di qualche anno fa. Per farla ancora più
semplice vi faccio un esempio casalingo. In casa abbiamo un contatore che ci
eroga una potenza di 3kW. Se accendiamo forno elettrico, lavatrice e lavastoviglie
“salta”. Non c'è più uguaglianza fra carico e potenza erogata. La stessa cosa
succede con l’eolico e il solare. Immettono in rete in maniera discontinua con
picchi in più e in meno rischiando di far saltare tutto. Ci sono dei margini di
utilizzo. Si stima che in una rete fra il 20 e il 30% può essere potenza
intermittente. Per sfruttare appieno questa possibilità in ogni caso è
necessario investire nella rete. Già il kilowattore eolico e solare è costoso, se
aggiungiamo anche gli investimenti nella rete, il costo aumenta ancora. Un
altro esempio di questo bilanciamento è dato dall’uso delle centrali
idroelettriche. La notte, i consumi sono ridotti perché la gente dorme e uffici
e fabbriche sono chiuse; le centrali termoelettriche non possono fermarsi e
lavorano a ciclo continuo e così producono energia in più, che viene usata per
azionare delle pompe per far risalire l’acqua negli invasi delle dighe delle
centrali idroelettriche che di notte sono ferme. In questo modo, il giorno,
quando la richiesta di energia è al massimo, le centrali idroelettriche possono
fornire il loro contributo avendo gli invasi pieni.
Il secondo problema, ancora più grande, è che l’energie
rinnovabili non permettono la chiusura di altre centrali. Mi spiego sempre con
un esempio casalingo. Immaginiamo di mettere i pannelli solari sul tetto di
casa per 3 kW. Il 15 agosto con il solleone avremo i nostri bei 3kW e forse
qualcosa in più. Il 15 dicembre nevica ed abbiamo zero energia. Come facciamo?
Abbiamo sempre bisogno di un generatore tradizionale di 3kW per poter
alimentare la nostra casa. Spostate questo ragionamento a livello nazionale e
capite che a fronte di tanti pannelli solari e di tante pale eoliche non può
essere chiusa neanche una centrale tradizionale. Certamente un po’ di energia
rinnovabile la riusciremo ad utilizzare ma gli impianti tradizionali rimarranno
lì. La domanda è questa: a fronte di tanti costi e della non chiusura di altre centrali a cosa servono le fonti rinnovabili?
Tra l’altro, visivamente pale e pannelli sono brutti e
consumano territorio ed i terreni agricoli diminuiscono sempre più. Voi pensate
ad una centrale tradizionale che occupa un terreno grande quanto un’industria e
a quanti pannelli servono per arrivare alla stessa potenza erogata. Secondo una
stima, un parco solare occupa mille volte lo spazio di una centrale nucleare a
parità di energia prodotta. Tra l’altro c’è una grossa differenza fra potenza
installata e potenza erogata. Per una bella centrale termica le due grandezze
più o meno coincidono un po’ come i cavalli di una macchina. Compro una 100
cavalli e più o meno 100 cavalli mi trovo a secondo di manutenzioni e usura.
Per fotovoltaico ed eolico, visto che il sole non sempre c’è ed il vento pure esiste
una grossissima differenza fra potenza installata e potenza erogata. Sempre l’esempio
casalingo. I 3kW di pannelli sul tetto al 15 agosto sono “veri” al 15 dicembre
sotto un manto di neve sono zero.
Per l’eolico si aggiunge anche il problema della rumorosità.
L’impatto acustico diventa trascurabile ad un minimo di 300 metri per gli
impianti più piccoli fino ai mille (un chilometro!) di quelli più grandi.
Precisiamo che per impatto acustico
trascurabile si intende un rumore non distinguibile dal rumore di sottofondo.
All’interno di quelle distanze il rumore della pala è udibile e la sua intensità
varierà con la distanza raggiungendo alla base dell’impianto i circa 100 dB
paragonabili al rumore all’interno di una metropolitana.
Curiosamente chi si batte per non avere grattacieli in città
è ben contento di avere tanti mezzi grattacieli in campagna. Che in campagna
non ci sia impatto ambientale e non lo sapevamo?
Si dice rinnovabile variabile non intermittente e poi il vento si mette in mare per noise e molto lontano da coste.Legga intopic
RispondiEliminaPer l’eolico si aggiunge anche il problema della rumorosità. L’impatto acustico diventa trascurabile ad un minimo di 300 metri per gli impianti più piccoli fino ai mille (un chilometro!) di quelli più grandi. Precisiamo che per impatto acustico trascurabile si intende un rumore non distinguibile dal rumore di sottofondo. All’interno di quelle distanze il rumore della pala è udibile e la sua intensità varierà con la distanza raggiungendo alla base dell’impianto i circa 100 dB paragonabili al rumore all’interno di una metropolitana.
RispondiEliminaSo di essere un po' fuori tempo massimo, però ho l'esperienza diretta di un impianto eolico (esattamente, questo) che non produce nessun rumore, anzi.
Sotto c'è un distributore di metano (proprio ai piedi della torre) e, intanto che aspettavo che finisse il pieno, guardandomi in giro mi chiedevo dove fosse la turbina che avevo visto arrivando. Solo in un secondo momento mi sono reso conto che l'avevo esattamente sulla testa. Vi garantisco che non faceva nessun rumore.
Tutti gli altri problemi sono condivisibili, ma quella del rumore mi sembra un po' una bufala...
Probabilmente si tratta di un impianto nuovo e ben tenuto. Per esperienza diretta un agricoltore che si era fatto convincere a piazzare una pala vicino casa non dormiva più la notte per il rumore.
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