domenica 13 dicembre 2020

Studiare?

Molte idee o pregiudizi degli italiani derivano da un passato contadino che non esiste più. Per esempio in una società contadina e povera lo studio era un privilegio dei ricchi e l'alternativa era il duro lavoro nei campi. Ma ora si può ancora considerare lo studio un privilegio? E' più o meno accessibili a tutti e grazie alla meccanizzazione a all'industrializzazione i lavori manuali sono meno pesanti di una volta ed esistono molte professioni che non richiedono sforzi fisici pesanti e sono accessibili senza studi superiori. Continuando con l'esempio, frequentare un'università significa passare la giovinezza recluso in una stanza a studiare, mentre i tuoi amici che lavorano hanno soldi, possono permettersi le vacanze, l'auto, ecc. Alla fine di questo percorso si troverà l'agognato lavoro che permetterà di ripagare l'investimento fatto? Il più delle volte no, perché il solito amico che non ha studiato con l'esperienza accumulata ha fatto carriera e te lo ritroverai ad essere il tuo capo con conseguente stipendio più alto. Posizione guadagnata sul campo su cui non si può nulla dire.

domenica 6 dicembre 2020

Università

"Guardandomi indietro, una delle conclusioni più interessanti è che, dopo cinque anni in un'università pubblica poco rinomata, e molti di più di esperienza professionale, ho sfatato il mito dell'importanza delle università più prestigiose, e perfino dello stesso insegnamento universitario. A vent'anni, l'apprendimento non è così essenziale come l'istruzione continua - e preferibilmente autodidatta - nel corso del tempo. E' importante avere buoni professori che nei primi tre o quattro anni ci indichino la strada, ma quel che è decisivo è che, ad un certo punto, scocchi in noi una scintilla di interesse che ci faccia scoprire una via attraente e illimitata. Può darsi che alcune grandi università facilitino questo, ma non ne sono sicuro. E non capisco l'ossessione attuale, specialmente nel mondo anglosassone, di entrare in alcune di esse."

Francisco García Paramés, Investire a lungo termine

Edificabilità del territorio

"Tantomeno perdono i politici o i funzionari che zonizzano il territorio. Quelli che con la loro decisione scelgono quando e quanto si costruisce su ogni terreno, e, di conseguenza, chi si arricchirà grazie a questa scelta, sono loro i veri creatori di ricchezza ingiusta, tanto quella altrui, quanto molte volte, quella propria. Non è strano che l'unico luogo degli Stati Uniti dove la costruzione di case è libera, il Texas, abbia le abitazioni più accessibili del Paese in proporzione alla sua ricchezza."


Francisco García Paramés, Investire a lungo termine

lunedì 30 novembre 2020

Condominio

Il miglior condominio in cui abitare è la casa singola.

Per vivere bene in un condominio è sufficiente essere dotati di un avvocato e di due robusti picchiatori.

Il miglio modo di risolvere le controversie condominiali è andare a vivere in una casa autonoma.

sabato 10 ottobre 2020

mercoledì 30 settembre 2020

Detto sumero

 Detto sumero: "Puoi avere un re, puoi avere un signore, ma l'uomo da temere è l'esattore delle tasse"

giovedì 20 agosto 2020

Potere

 Potere è disporre delle vite altrui.

Un esempio eclatante è quello della chiamata le armi. Uno stato strappa dalle normali occupazioni un individuo, nella gran parte dei casi maschile, lo addestra all’uso delle armi per poi mandarlo a combattere. La tassazione significa poter disporre del reddito altrui e in questo modo della vita altrui, così come la burocrazia che obbliga a chiedere un permesso per aprire una attività imprenditoriale implica il disporre della vita delle persone. Anche i moderni stati liberaldemocratici nei fatti dispongono delle vite dei propri cittadini: in qualche modo la popolazione è una sorta di gregge da mungere per ricavare risorse. Sarebbe necessario che questo rapporto si capovolgesse e che non fossero i cittadini a disposizione dello stato, ma lo stato a disposizione dei cittadini.


domenica 9 agosto 2020

Un paio di frasi da "Le origini della civiltà"

 Vi riporto un paio di frasi da "Le origini della civiltà. Una controstoria" di James C. Scott.

"Se la formazione degli stati antichi si dimostra un'impresa in gran parte coercitiva, andrebbe messa in discussione la visione - cara al cuore dei teorici del patto sociale..."

"Viene in mente Owen Lattimore quando avverte che La Grande Muraglia cinese è sta costruita più per tenere i contribuenti cinesi dentro che per tenere i barbari fuori. [...] la schiavitù sembra essere stata una condizione necessaria per la sopravvivenza degli stati antichi [...]"

"Non dovremmo confondere le civiltà con gli stati a cui in genere sono sopravvissute, né preferire acriticamente grandi unità di ordine politico a unità più piccole."

venerdì 19 giugno 2020

Confedilizia cita "Lo Stato liquido"

Confediliza notizie cita una frase dal mio "Lo Stato Liquido":

"Ci si dovrebbe chiedere quanto le moderne liberaldemocrazie si discostano dai totalitarismi novecenteschi e con quanta facilità possano trasformarsi in apparati di repressione delle libertà individuali e scivolare in regimi dittatoriali."

Una frase quanto mai profetica in questi tempi. Bisogna sempre vigilare perché la libertà non è acquisita per sempre e va difesa ogni giorno.

mercoledì 10 giugno 2020

Quando hanno bisogno ti trovano

Aforisma

Puoi cancellare i tuoi profili social, eliminare il telefono, andare a vivere in un posto sperduto, ma puoi star certo che quando avranno da chiederti un favore, ti troveranno.

domenica 10 maggio 2020

Il vizio di scrivere

Il vizio di scrivere è come l'alcool e la droga, ma nella maggior parte dei casi è meno distruttivo.

mercoledì 8 aprile 2020

Note veloci sul Pil

Fatto 100 il Pil annuale, al mese fa circa 8,33. Ovviamente ci sono i mesi in cui si lavora di più e mese che si lavora meno. Ad agosto si lavora di meno per esempio. Se per marzo e aprile si lavora al 50% significa che il Pil mensile è intorno al 4% con una perdita annuale dell'8%. Conti grossolani. Il turismo rimarrà fermo non si sa quanto, ma immagino che non avremo turisti americani o cinesi nei prossimi mesi. Quindi il Pil del turismo sarà in perdita. Le riaperture saranno graduali e ciò significa che anche nei prossimi mesi ci saranno perdite. Ma soprattutto se un negoziante è stato chiuso 2/3 mesi e sperando che riapra avrà i soldi per una vacanza o per cambiare un elettrodomestico o per la macchina nuova? E così anche per chi è in cassa integrazione e chi peggio ha perso il lavoro.

domenica 22 marzo 2020

Contagio e provvedimenti irrazionali

Per evitare il contagio bisogna evitare il contatto fra esseri umani. Allora prendere l'auto per andare a correre in campagna in solitaria è proibito, mentre correre sotto casa è consentito dove posso incontrare quello con il cane, quello che rientra dal lavoro, quello che va a fare la spesa, quello che butta la monnezza, ecc.
Adesso vogliono ridurre gli orari dei supermercati e negozi così la gente è costretta a recarsi negli stessi orari. Vorrei ricordare che c'è gente che ancora lavora o recandosi nel posto di lavoro o in telelavoro e se chiudete alle 19 non farete che creare assembramenti. Poi si aggiungono gli enti locali che riducono le corse dei mezzi pubblici così quelli costretti a prenderli devono viaggiare pigiati come fosse una normale giornata di traffico. Ditelo che in realtà volete che la gente si contagi così da avere l'immunità di gregge, ma salvando la faccia emanando decreti liberticidi che soddisfano la vostra smania di potere.

sabato 21 marzo 2020

Pericolo totalitario

Una situazione del genere fa capire come è facile perdere le libertà di cui si gode e di come sia altrettanto facile trasformare una democrazia in una dittatura. In questa situazione possiamo capire come siano potuti arrivare al potere Hitler e Mussolini. La natura intrinseca degli stati favorisce le derive totalitarie. Speriamo che dopo l'emergenza si ritorni ad una situazione normale: non mi preoccupa tanto il delirio di onnipotenza di politici, burocrati e forze dell'ordine, ma la libido scatenata di tanti cittadini che godono nel vedere trasformata l'Italia in un gigantesco carcere.

sabato 29 febbraio 2020

Internet e il diritto di secessione


Posto un mio vecchio articolo pubblicato la prima volta sul sito Diritto di Voto


Attualmente ogni suddivisione amministrativa dello Stato è di tipo territoriale, dal più grande al più piccolo, in una struttura piramidale. Le unità più piccole sono racchiuse in una più grande, principalmente per contiguità territoriale: una provincia è costituita da comuni vicini e non da comuni situati, per esempio, in regioni diverse. Questo assetto è sicuramente quello più semplice da implementare e in passato, forse, l’unico concretamente realizzabile. Ma oggi, in presenza di una intermediazione sempre più massiccia di informazioni tramite Internet, è ancora vero? Pensiamo alla demateralizzazione dei servizi bancari e a quanto si sia ridotta la necessità di recarsi fisicamente presso uno sportello bancario. Altro settore in cui l’intermediazione di Internet è sempre più importante, è quella dei servizi turistici, con la possibilità di prenotare viaggi, alberghi e interi pacchetti vacanze, comodamente seduti in poltrona ed ottenendo un plus di informazioni rispetto all’operatore tradizionale. Lentamente, anche l’amministrazione pubblica si adegua all’emissione di servizi, non più tramite uno sportello fisico ovvero con una presenza territoriale, ma online.
A parte, che a volte ci si chiede cosa faccia esattamente un’amministrazione pubblica, possiamo incominciare a pensare, se sussiste ancora la necessità della piramide territoriale come suddivisione amministrativa dello Stato e più in generale degli attuali stati nazionali. Detto in altri termini e focalizzandoci sulla realtà italiana, è proprio necessario che una provincia sia costituita da comuni contigui? E lo stesso discorso vale per la regione.
Con l’attuale assetto amministrativo le provincie sono svuotate di ruolo a favore di comuni e regioni. Come cittadino l’impatto principale è con il comune, lo stato nazionale per le forze dell’ordine e giustizia e la regione per la sanità. Si chiede se non sarebbe possibile per un comune calabrese aggregarsi con la provincia di Trento. Per i servizi comunali non cambierebbe nulla, se non forse adeguarli a standard più efficienti. Sicuramente il cittadino del nostro ipotetico comune calabrese si troverebbe nella condizione di usare gli ospedali calabresi; e cosa impedisce alla Regione Trentino Alto Adige di firmare una convenzione con qualche ospedale e laboratorio calabrese, affinché il cittadino calabro-trentino usufruisca dei servizi sanitari? Il discorso potrebbe apparire azzardato, ma se si accantonano le inveterate abitudini, perché non sarebbe possibile? Di fatto un cittadino italiano che si sposta da una regione ad un altra usufruisce del servizio sanitario e le regioni poi procedono alle varie compensazioni. La riscossione dei tributi non comporterebbe grandi cambiamenti e per l’ipotetico cittadino calabro-trentino cambierebbe solo il numero di conto dove versare le tasse. Per le forze dell’ordine e i tribunali non cambierebbe molto, se non la gestione di qualche dato in più con annessa comunicazione, che con le moderne tecnologie non sembrerebbe insormontabile.
La parte più importante della gestione provinciale riguarda le strade provinciali e gli edifici scolastici. Strade ed edifici insistenti sull’ipotetico comune calabro-trentino passerebbero in carico alla provincia di Trento, che stipulerebbe un contratto con la provincia calabrese sulla suddivisione dei costi per strade e scuole. Dopotutto anche adesso i ragazzi si iscrivono a scuole fuori provincia, quindi non sembra un problema insormontabile. Anzi, questa condivisione forzata può stimolare nuove forme di gestione. Per esempio, la strada provinciale invece che far nascere un contratto fra provincia calabra e provincia trentina, potrebbe essere affidata in gestione ad una società privata, il cui compenso verrebbe suddiviso in proporzione alle due province. La stessa cosa si potrebbe pensare per le scuole. Assumerebbero forma giuridica privata e potrebbero essere di proprietà pubblica o privata e incasserebbero le rette dalle due provincie. Gli edifici potrebbero essere affidati ad una società di gestione o venduti e le varie provincie si potrebbero dividere le spese in base al numero degli alunni di competenza.
Naturalmente queste sono alcune idee, ma altre potrebbero venire fuori da un processo di destrutturazione territoriale. Altri servizi erogati dalla provincia potrebbero essere erogati online e quelli non erogabili online, potrebbero essere facilmente delegati al comune che lo farebbe dietro compensazione. Insomma, si passerebbe da una situazione statica e mortifera ad una ricontrattazione di tutti i servizi emessi dallo stato con un ampio utilizzo delle tecnologie informatiche. Si potrebbe creare uno standard per lo scambio delle informazioni tipiche di una amministrazione, per esempio quelle anagrafiche, in modo che tutti i sistemi possano comunicare fra loro, facilitando i processi di ristrutturazione territoriale. Peraltro, si sta già cercando di standardizzare i dati delle amministrazioni pubbliche. Procedendo nel discorso, ogni comune potrebbe contrattare con la provincia e la regione i vari servizi in base alla convenienza. Regioni e provincie entrerebbero in concorrenza per accaparrarsi i vari comuni con il corrispettivo gettito, gareggiando sulla qualità e i costi dei servizi, creando un loro sistema informatico a cui aggregare il comune per mettere a disposizione i vari servizi online. Una sorta di portale in cui i cittadini del comune convenzionato possano accedere per ottenere i loro servizi. Quella che è una cittadinanza territoriale diverrebbe una cittadinanza contrattuale. È da considerare che uno dei due livelli amministrativi molto probabilmente sparirebbe automaticamente perché inutile.
Questo discorso inizierebbe come processo di ristrutturazione territoriale all’interno degli stati nazionali, ma potrebbe avere uno sviluppo a livello interstatale con un comune che decide di secedere da uno stato e negozia l’adesione ad un altro. Si pensi ai comuni frontalieri e alle polemiche che a volte sorgono. Di un tratto tutto finito; ognuno aderisce allo stato che vuole, creando concorrenza fra gli stati. Chi offrirà sconto di tasse, chi servizi migliori e così via. Proseguendo ancora nel ragionamento e tecnologia avanzando, si passerebbe dai liberi comuni che contrattano l’adesione con i vari stati non più nazionali, al singolo cittadino che negozia con il comune la sua adesione. Si può ipotizzare che più cittadini si uniscano insieme volontariamente per costituire un nuovo comune che poi contratta l’adesione ad uno stato, più che ad un altro.

sabato 22 febbraio 2020

lunedì 20 gennaio 2020

Saggi consiglieri...

Ci sono persone a cui piace giocare il ruolo del vecchio saggio dispensando consigli a destra e a manca non rendendosi conto di quanto a volte si rendano ridicoli. Così abbiamo dei single che danno consigli di coppia: ma se sei così bravo perché sei da solo? Altri danno consigli su come diventare ricchi: ma se sei così bravo perché sei ancora un pezzente? Altri danno consigli sul lavoro e fanno un lavoro che è pagato la metà del tuo, altri ancora senza figli che pensano di saperne più di te che gli hai e così via. Tutta questa gente in realtà ha paura di mettersi in gioco e tira i remi in barca e gioca il ruolo del vecchio saggio che ha tanto vissuto per nascondere la paura di vivere.

Tanti dispensano parole e parole come se stessero dando chissà quali consigli, ma quando si arriva al concreto non sanno darti neanche l'indirizzo mail dell'azienda dove lavorano per provare a inviare un cv. Meno chiacchiere e più fatti.

Scuola Libera e Rete Liberale segnalano "Il papà racconta"

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