domenica 1 luglio 2018

Invidia

di Vito Foschi

L’invidia, per quanto sentimento deprecabile, è tipicamente umano e tutti, chi più, chi meno ne siamo affetti. Come molte altre cose esiste in varie gradazioni. Se il vicino compra una Ferrari non possiamo non esclamare: “Beato lui, vorrei averla anch’io!” Se il tutto finisce qui è un tipo di invidia che quasi sconfina con l’ammirazione e del tutto innocua. Ben diverso è il caso se al vicino auguriamo che faccia un incidente in cui si distrugga l’auto nuova e ancora peggio se speriamo che si faccia male nell'incidente. In questo caso l’invidia è veramente un sentimento negativo e distruttivo che sfocia nell'odio. Ancora peggio quando l’invidia, per un qualche motivo, si focalizza su specifici individui e questi diventano vittime di una sorta di invidia che chiamiamo “totale”. In questo casi l’invidia non nasce dalla Ferrari, dalla casa nuova, dalla vacanza lussuosa o equivalenti, ma è diretta a qualsiasi aspetto dell’individuo vittima di tale sentimento totalizzante. Per esempio, indossare una maglietta al posto della tipica camicia può generare un sentimento di invidia in chi è posseduto da questo sentimento di invidia totale, non riuscendo neanche a capire che la maglietta è presa alle bancarelle per 3 euro. Chi è posseduto da un'invidia totale verso un individuo non riesce più a distinguere la realtà è sarebbe capace di invidiare la persona oggetto della sua invidia anche se questi finisse in miseria o su una sedia a rotelle.