sabato 28 ottobre 2023

Non c’è differenza tra il marxismo e Karl Marx

Bisogna prendere atto che non c’è differenza tra il marxismo e Karl Marx, perché Marx fu il primo dei marxisti e con la sua opera costruì un grande armamentario propagandistico per la realizzazione politica del comunismo, credendo di aver fatto passare il comunismo da ideale utopico a realtà storica e addirittura scientifica. 

Giancristiano Desiderio 


mercoledì 25 ottobre 2023

Il comunismo è una pessima idea realizzata, ahimè, molto bene.

Ciò che si ritiene è che il comunismo sia tutto sommato una buona idea che però è stata realizzata male, laddove invece, tanto sul piano teorico quanto sul piano pratico, dobbiamo prendere atto che il tempo dell’innocenza è finito e quindi accettare che il comunismo è una pessima idea realizzata, ahimè, molto bene. 

Giancristiano Desiderio



domenica 8 ottobre 2023

Da "Una breve storia del potere"

Se qualcuno fosse tentato di pensare che la storia parla di progresso, e di una crescente raffinatezza negli scopi dei popoli e dei governi, le cui azioni le danno forma, dovrebbe rivedere il proprio punto di vista comprendendo che la motivazione più basilare, quasi brutale [acquisizione del territorio], ha conservato la forza fino a oggi.

Da "Una breve storia del potere" di Simon Heffer




martedì 3 ottobre 2023

lunedì 4 settembre 2023

Nuova collaborazione

Vi comunico che da circa un paio di mesi ho iniziato una collaborazione con il giornale online La Critica. Scrivo un articolo a settimana alternando un articolo di attualità dedicato a politica o economia ad uno di interesse culturale su temi misteriosi ed esoterici.

Vi invito a sbirciare ogni tanto La Critica per leggere qualche mio articolo nuovo.

Buona lettura.

Il mio libro sul racconto di Alice

Non aggiorno il blog da qualche tempo, ma non sono rimasto fermo. A marzo di quest'anno è uscito il mio libro SIMBOLI E MISTERI NELLE AVVENTURE DI ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE E ATTRAVERSO LO SPECCHIO grazie all'editore "Stamperia del Valentino" al cui catalogo consiglio di fare una visita.


Vi riporto qui il comunicato stampa:


SIMBOLI E MISTERI NELLE AVVENTURE DI ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE E ATTRAVERSO LO SPECCHIO

“Tanto si è scritto e detto sugli aspetti iniziatici delle avventure di Pinocchio, dove a una prima spiegazione tutto sembra apparire evidente. Complice lo stesso nome del protagonista, derivato da una crasi tra ‘pineale’ e ‘occhio’, ventilando così uno stretto legame con il ‘terzo occhio’ delle tradizioni iniziatiche orientali. Molte più perplessità hanno destato invece i segnali indubbiamente presenti nell’opera di Lewis Carroll”, spiega l’editore Paolo Izzo (Stamperia del Valentino) nell’introduzione al libro “Simboli e misteri nelle avventure di Alice nel paese delle meraviglie e attraverso lo specchio” di Vito Foschi, inserito nella collana Polifemi (€ 12,00 – pagine 88).

La piccola Alice sogna, viaggia, cade in una tana di coniglio, entra in uno specchio, gioca a scacchi, incontra buffi personaggi come il Bianconiglio, il Cappellaio Matto, la Regina di Cuori, i Brucaliffo… Ma dietro tutto questo cosa si nasconde? È solo la sfrenata fantasia dell’autore o dietro ad un apparente trionfo dell’irrazionale ritroviamo antichi simboli sotto una nuova forma? La tana del coniglio è la caverna della Dea Madre, il Brucaliffo la trasformazione iniziatica, lo specchio rimanda al mito di Dioniso. Il sogno di Alice ad una lettura altra… È un viaggio iniziatico, e questo libro ne svela i significati nascosti.

“La tentazione di attribuire al semplice caso la presenza di tanti segnali affioranti nella apparentemente onirica narrazione di Carroll, parrebbe perlomeno azzardata, anche alla luce dei tanti, troppi spunti rilevati nelle due opere dello scrittore inglese, di cui in questo contesto si parla”, continua Izzo. “Un recente intervento di Jake Fior, scrittore ed esperto dell’argomento, rilasciato al quotidiano inglese The Observer, pone chiarezza sulla questione, dichiarando che Carroll aveva un preciso interesse per l’esoterismo e possedeva una ricca biblioteca con testi sul soprannaturale”.

Carrol ha scritto chiaramente un racconto per bambini, ma secondo l’autore “possiamo definire con una certa sicurezza che il viaggio della piccola Alice è un viaggio iniziatico”. E il libro di Foschi saprà meravigliare chi vorrà seguirlo in questa stupefacente avventura.


La casa editrice

Editore dal 2002, Paolo Izzo, alter-ego della Stamperia del Valentino, gestisce con estremo rigore le scelte editoriali della sua “creatura”. Il risultato è un catalogo di alto profilo sia nell’ambito della cultura napoletana, che in quello della produzione di stampo umanistico, esoterico e storico.

La Stamperia del Valentino vuole riportare all’attenzione del pubblico la Napoli colta, folkloristica e letteraria. A tal proposito seleziona opere rivolte al curioso colto come allo studioso, con un occhio all’originalità e completezza dei temi proposti.


Titolo: Simboli e misteri nelle avventure di Alice nel paese delle meraviglie
e attraverso lo specchio

Autore: Vito Foschi
Collana: I Polifemi
Prezzo: € 12,00
Pagine: 88
ISBN: 979-12-80721-45-7
Disponibilità: Marzo 2023


La Collana

Il ciclope Polifemo - che sembra risiedesse nella napoletana isoletta di Nisida - dovette il suo nome alla propensione al “molto parlare”. Un chiacchierone, dunque, stando all’etimo greco polì-femì. Questa collana mutua dal mitico personaggio omerico l’interpretazione più nobile di quel nome, intendendo proporre libri piccoli (nei costi e nel formato) ma che “hanno molto da dire” e che quindi vale la pena di “ascoltare”.

Della stessa collana

Guarda il catalogo: www.stamperiadelvalentino.it 

martedì 4 aprile 2023

Metamorfosi della gnosi

Riporto alcuni brani significativi del libro di Emanuele Samek Lodovici


[...] quanto l'indebito passaggio, come è del resto noto, da una scienza che si costruisce un modello del mondo per poter operare su di esso, a una scienza che assume quel modello del mondo come l'unico mondo possibile, come tutto il mondo.

[...] all'antica en kùklio paidéia, che aveva al suo centro l'uomo da educare w nel cerchio (kùklio) le scienze percorse, in vista dell'unità del sapere, dal soggetto che stava al centro, si sostituisce la moderna encycloédie (perfettamente contemporanea alla nascita delle gazzette settecentesche) al centro del cui cerchio non sta più l'uomo, ma l'infinito cumulo di un sapere non più unificabile.

Se ne è parlato non perché c'era, ma perché ci fosse, e alla fine l'evocazione è riuscita,

martedì 21 marzo 2023

La rivoluzione riesce solo a patto di essere attesa

Riporto questo breve estratto che sintetizza il fenomeno rivoluzionario. Da un altro punto di vista può essere visto come fenomeno parareligioso paragonabile a un qualsiasi movimento messianico. 

"Uno degli aspetti, infatti, più importanti del fenomeno rivoluzionario è che esso può riuscire, come ben hanno visto alcuni studiosi, a patto, paradossalmente, di non avvenire. La rivoluzione riesce solo a patto di essere attesa, e fallisce quando la si può indicare con un dito e con ciò costringerla a misurare la sua realizzazione con le promesse o con le pretese. Ma proprio per ciò, per il fatto di essere costantemente attesa, e di non darsi mai, la rivoluzione agisce ogni giorno nelle tendenze, nel costume, nella morale che vengono a sradicarsi dall’ancoramento presente, smettono di avere una fisionomia precisa in attesa di un evento sempre in procinto di effettuazione."

Emanuele Samek Lodovici, Metamorfosi della gnosi

martedì 3 gennaio 2023

Fantozzi e la trasformazione della società

Nella storia del cinema e nella cultura popolare italiana il personaggio di Fantozzi creato da Paolo Villaggio ha rappresentato un importante tappa. Fantozzi è un personaggio ambivalente alcuni lo amano alla follia, mentre altri lo detestano. Il perché di ciò è determinato dal fatto che il personaggio è insieme comico e tragico perché in fondo parliamo di un perdente. Chi si ferma agli aspetti comici non potrà che ridere a crepapelle, chi invece si ferma sul lato del lato del perdente non potrà che trovarlo irritante perché in fondo rappresenta un po' tutti noi che nella vita quotidiana non siamo dei vincenti. In qualche Fantozzi ripropone la divisione di Totò fra uomini e caporali con una maggiorazione di pessimismo. Questo il personaggio molto in breve, ma è interessante notare la nascita del personaggio con la trasformazione della società italiana.

Prima del boom economico del post secondo dopo guerra l'Italia era un paese contadino con qualche industria e gran parte della gente era impiegata in lavori manuali piuttosto pesanti. in agricoltura non esisteva la meccanizzazione e gran parte dei lavori era svolta manualmente così come nell'industria le prime macchine non presentavano l'ergonomia e la sicurezza di quella odierna. in breve, il lavoro manuale era piuttosto pesante e riguardava la gran parte della popolazione italiana. A fronte di questa massa di lavoratori manuali esisteva una piccola cerchia di quelli che oggi potremmo chiamare semplicemente impiegati, che nonostante la varietà di reddito che potevano avere erano accomunati dall'evidente fatto di non svolgere lavori pesanti e pertanto erano considerati a tutti gli effetti dei privilegiati. Anche il più umile impiegato con i suoi vestiti sdruciti era considerato fortunato rispetto al contadino che si spaccava la schiena in campagna.

A un certo punto questa situazione è cambiata, Con l'industrializzazione dell'Italia si è andata ampliata la classe impiegatizia e ancora di più con la nascita della società dei servizi in cui il settore terziario è diventato quello con il maggior numero di addetti. Contemporaneamente si è visto la riduzione dei lavoratori in agricoltura e il miglioramento delle condizioni di lavoro dei lavoratori manuali con l'introduzione delle prime norme sulla sicurezza e con uno sviluppo della tecnologia che ha reso sempre meno faticoso il lavoro umano.

Questa trasformazione si riflette nel personaggio di Fantozzi. Il lavoro di impiegato rimane sempre ambito perché genitori contadini o operai desiderano un'attività non manuale per figli, ma diventando diffuso, l'impiegato non rappresenta più una élite fortunata: l'impiegato è ormai un lavoratore come tutti altri. Qui si inserisce l'invenzione di Paolo Villaggio che coglie la trasformazione della società e ripropone in maniera iperbolica e surreale i cliché del padrone e del servo nel mondo ormai non più dorato dell'impiegato. In più si aggiungono gli elementi della modernità come la Megaditta a rappresentare le grandi aziende spersonalizzate in cui di dipendenti sono poco più che numeri, il mito dell'automobile all'epoca recente conquista popolare, i rapporti fra colleghi con i vari conflitti, gelosie o amicizie e così via.

In qualche modo Fantozzi descrive la proletarizzazione del ceto impiegatizio che passa da ceto privilegiato, almeno socialmente se non economicamente, a classe equivalente a quella operaia di cui si mantiene ancora distinta per tradizione nella mente delle persone, ma che non conserva nulla del prestigio e dell'autorevolezza del passato.