mercoledì 6 agosto 2014

La guerra tra Russia e Polonia (1919-1921) fu teatro dell’ultima battaglia combattuta con la cavalleria



Pubblicato su Archeologia & Cultura n.  del 7 novembre 2010

di Vito Foschi

La guerra, che nel 1919 oppose la Polonia alla nascente potenza sovietica, è uno di quegli avvenimenti che finiscono nel novero dei fatti minori, a volte trascurati nei manuali scolastici; ovviamente non tutti gli accadimenti hanno lo stesso peso nello svolgimento della storia e un percorso scolastico è per sua natura non esaustivo, però alcuni di questi meritano attenzione perché aiutano a comprendere meglio gli avvenimenti generali. Considerazione immediata è che la guerra sovietica-polacca rende palese che il trattato di Versailles, che pose fine alla I guerra mondiale, è abbastanza vacillante e contiene già i prodromi di quella che sarà la II guerra mondiale. Inoltre lo scontro sovietico-polacco rivelò al mondo la volontà imperiale della nascente Unione Sovietica e scatenò i realistici timori del resto d’Europa. L’idea di Lenin con il tentativo di invasione della Polonia era di raggiungere la Germania ove si svolgevano delle agitazioni di operai per poter esportare la rivoluzione bolscevica nell’Europa occidentale.
A volte riesce difficile capire la nascita di fenomeni complessi come fascismo e nazismo, ma che tra l’altro, hanno abilmente saputo sfruttare la paura del comunismo per quanto non si discostassero da quest’ultimo per volontà di potenza e brutalità e fu sicuramente gioco facile per i nazisti agitare lo spettro di un’invasione sovietica visto il precedente.
Anche l’invasione dell’Unione Sovietica da parte della Germania nazista, la famosa operazione Barbarossa, per quanto possa apparire sbagliato aprire un secondo fronte, poteva trovare ragione d’essere nella paura di una invasione sovietica e nel tentativo di prevenirla. Insomma un’applicazione del vecchio adagio: la migliore difesa è l’attacco; e d’altronde l’URSS nel frattempo si era presa mezza Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania e dichiarato guerra alla Finlandia.
Accenniamo agli avvenimenti della guerra sovietica-polacca e di come il giovane stato polacco senza gli aiuti delle altre nazioni europee riuscì a fermare l’Unione Sovietica. Questa clamorosa vittoria creò l’illusione nell’esercito polacco di poter fronteggiare con facilità gli eserciti sovietico e nazista.
La nazione polacca alla vigilia della I guerra mondiale risultava divisa fra gli imperi tedesco, austroungarico e russo. Con il crollo degli imperi si poneva il problema della “sistemazione” di quei territori appartenuti ai tre imperi. La pace di Versailles lasciò indefiniti i confini orientali della Polonia, non è chiaro se per un subdolo calcolo sul futuro politico della Russia. In caso di vittoria dei bolscevichi si sarebbe assegnato il massimo territorio possibile alla Polonia in funzione antibolscevica mentre in caso di vittoria dei bianchi le aspirazioni territoriale polacche sarebbero state ridimensionate. La situazione era piuttosto confusa, da un lato un confine incerto dall’altra una guerra civile ed in più le truppe tedesche che occupavano la zona orientale smobilitarono creando una pauroso vuoto di potere. Nell’ex impero russo la guerra civile fra comunisti e i cosiddetti bianchi volge a favore dei primi. In questa situazione incandescente scoppiò la guerra. Nel 1919 ci furono le prime scaramucce fra i due eserciti proprio per occupare quelle zone orientali senza più controllo. A questo punto la guerra può ancora essere evitata, ma i polacchi intercettano varie notizie su un piano di invasione sovietico. Una cosa è certa, la volontà dei bolscevichi di esportare la rivoluzione a livello mondiale in quel momento, per approfittare della debolezza degli stati europei prostrati dalla guerra appena conclusa. In ogni caso nel 1920 l’esercito polacco aiutato da un’armata ucraina lancia un’offensiva che raggiunge Kiev.
La reazione dei sovietici non si fece attendere e l’immensità del territorio russo e delle sue risorse fece sentire il suo peso. I sovietici spostarono a tappe forzate l’Armata a Cavallo e riuscirono a ricacciare i polacchi e i loro alleati arrivando alle porte di Varsavia. I polacchi offrivano una strenua resistenza all’esercito sovietico e riuscirono a contrattaccare: nel giorno del 15 agosto riescono a fermare l’esercito sovietico alle porte di Varsavia, mentre una seconda armata veniva sconfitta sulla Bassa Vistola. A fine agosto nella battaglia di Komarov, ultima grande battaglia di cavalleria della storia, sconfissero definitivamente i sovietici che iniziarono a ritirarsi.
L’inaspettata vittoria contro un esercito dotato di più risorse da parte della  nascente nazione polacca senza aiuti di altri stati europei e per le implicazioni religiose, venne considerato un miracolo e la battaglia di Varsavia fu soprannominata il miracolo della Vistola. In effetti, se la Polonia non avesse retto l’urto sovietico le armate comuniste sarebbero dilagate in Europa con l’appoggio dei vari partiti e movimenti comunisti nazionali; per questo e per le implicazioni già menzionate la guerra sovietico-polacco merita sicuramente di essere ricordata. Dopo una serie di scaramucce fra i due eserciti si firmò il tratto di pace il 20 ottobre 1921 e così si pose fine alla guerra sovietica-polacca. Un particolare curioso: nella Santa Casa di Loreto nella cappella polacca si può vedere l’affresco che testimonia la vittoria polacca.

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