di Vito Foschi
Parlo dell'Italia che è purtroppo l'unica realtà lavorativa che conosco. Da sempre esiste una divisione netta fra lavoro manuale in qualche modo bistrattato e lavoro intellettuale o impiegatizio e ciò si riflette anche sui diversi trattamenti economici.
In realtà attualmente l'avanzamento tecnologico ha un po' rimescolato le carte e la suddivisione è meno netta che in passato, ma continua ad essere percepita come divisione netta e totale. Se si pensa alle catene di montaggio robotizzate dove i cosiddetti operai devono mettere mano ai robot riparandoli o riprogrammandoli, si capisce bene che non si tratta di un banale lavoro manuale, ma di qualcosa di più complesso. Lo stesso avviene in autofficina dove ormai esiste la diagnostica elettronica e così via.
Al contrario nel lavoro impiegatizio/intellettuale molte attività sono state automatizzate e il mitico ragioniere in grisaglia e con calcolatrice è ormai un ricordo lontano. Oggi, spesso l'attività di un impiegato si riduce all'immissione di dati in appositi programmi che poi effettuano tutte le operazioni del caso. Mi è difficile considerare un lavoratore intellettuale un operatore di un call center che blocca le carte di credito. Per quanto debba operare delle scelte lo fa sempre entro determinate opzioni seguendo una procedura predeterminata. Di fatto l'organizzazione a catena di montaggio rischia di scomparire nell'industria per imporsi nei servizi. Già parte dei servizi segue l'organizzazione della catena di montaggio e l'open space è la versione impiegatizia del capannone industriale.
Detto ciò rimane la percezione nei più dell'operaio come lavoro manuale e dell'impiagato come lavoro intellettuale e ciò si riflette anche negli emolumenti percepiti. Il lavoro dell'operaio viene considerato faticoso e nessuno si sognerebbe di richiedere un'ora di straordinario ad un operaio senza pagarla, cosa che succede spesso per gli impiegati. In qualche modo l'impiegato viene concepito come se tramite il lavoro si realizzasse, mentre l'operaio no. Quindi ogni sforzo aggiuntivo richiesto all'operaio deve essere remunerato, al contrario all'impiegato che tramite il lavoro dovrebbe trarne soddisfazione personale non sempre è remunerato. Ciò si riflette sugli stipendi ed è facile trovare semplici operai che con turni notturni o festivi e ore di straordinario abbiamo uno stipendio paragonabile a quello di un quadro nell'ambito dei servizi.
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