Pubblicato su Archeologia & Cultura n. del 7 novembre 2010
di Vito Foschi
La guerra, che nel 1919 oppose la Polonia alla nascente
potenza sovietica, è uno di quegli avvenimenti che finiscono nel novero dei
fatti minori, a volte trascurati nei manuali scolastici; ovviamente non tutti
gli accadimenti hanno lo stesso peso nello svolgimento della storia e un
percorso scolastico è per sua natura non esaustivo, però alcuni di questi meritano
attenzione perché aiutano a comprendere meglio gli avvenimenti generali. Considerazione
immediata è che la guerra sovietica-polacca rende palese che il trattato di
Versailles, che pose fine alla I guerra mondiale, è abbastanza vacillante e contiene
già i prodromi di quella che sarà la
II guerra mondiale. Inoltre lo scontro sovietico-polacco rivelò
al mondo la volontà imperiale della nascente Unione Sovietica e scatenò i
realistici timori del resto d’Europa. L’idea di Lenin con il tentativo di
invasione della Polonia era di raggiungere la Germania ove si
svolgevano delle agitazioni di operai per poter esportare la rivoluzione
bolscevica nell’Europa occidentale.
A volte riesce difficile capire la nascita di fenomeni complessi
come fascismo e nazismo, ma che tra l’altro, hanno abilmente saputo sfruttare
la paura del comunismo per quanto non si discostassero da quest’ultimo per volontà
di potenza e brutalità e fu sicuramente gioco facile per i nazisti agitare lo
spettro di un’invasione sovietica visto il precedente.
Anche l’invasione dell’Unione Sovietica da parte della
Germania nazista, la famosa operazione Barbarossa, per quanto possa apparire
sbagliato aprire un secondo fronte, poteva trovare ragione d’essere nella paura
di una invasione sovietica e nel tentativo di prevenirla. Insomma un’applicazione
del vecchio adagio: la migliore difesa è l’attacco; e d’altronde l’URSS nel
frattempo si era presa mezza Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania e dichiarato
guerra alla Finlandia.
Accenniamo agli avvenimenti della guerra sovietica-polacca e
di come il giovane stato polacco senza gli aiuti delle altre nazioni europee
riuscì a fermare l’Unione Sovietica. Questa clamorosa vittoria creò l’illusione
nell’esercito polacco di poter fronteggiare con facilità gli eserciti sovietico
e nazista.
La nazione polacca alla vigilia della I guerra mondiale
risultava divisa fra gli imperi tedesco, austroungarico e russo. Con il crollo
degli imperi si poneva il problema della “sistemazione” di quei territori
appartenuti ai tre imperi. La pace di Versailles lasciò indefiniti i confini
orientali della Polonia, non è chiaro se per un subdolo calcolo sul futuro
politico della Russia. In caso di vittoria dei bolscevichi si sarebbe assegnato
il massimo territorio possibile alla Polonia in funzione antibolscevica mentre
in caso di vittoria dei bianchi le aspirazioni territoriale polacche sarebbero
state ridimensionate. La situazione era piuttosto confusa, da un lato un
confine incerto dall’altra una guerra civile ed in più le truppe tedesche che
occupavano la zona orientale smobilitarono creando una pauroso vuoto di potere.
Nell’ex impero russo la guerra civile fra comunisti e i cosiddetti bianchi
volge a favore dei primi. In questa situazione incandescente scoppiò la guerra.
Nel 1919 ci furono le prime scaramucce fra i due eserciti proprio per occupare
quelle zone orientali senza più controllo. A questo punto la guerra può ancora
essere evitata, ma i polacchi intercettano varie notizie su un piano di
invasione sovietico. Una cosa è certa, la volontà dei bolscevichi di esportare
la rivoluzione a livello mondiale in quel momento, per approfittare della
debolezza degli stati europei prostrati dalla guerra appena conclusa. In ogni
caso nel 1920 l’esercito polacco aiutato da un’armata ucraina lancia un’offensiva
che raggiunge Kiev.
La reazione dei sovietici non si fece attendere e l’immensità
del territorio russo e delle sue risorse fece sentire il suo peso. I sovietici
spostarono a tappe forzate l’Armata a Cavallo e riuscirono a ricacciare i
polacchi e i loro alleati arrivando alle porte di Varsavia. I polacchi
offrivano una strenua resistenza all’esercito sovietico e riuscirono a
contrattaccare: nel giorno del 15 agosto riescono a fermare l’esercito
sovietico alle porte di Varsavia, mentre una seconda armata veniva sconfitta
sulla Bassa Vistola. A fine agosto nella battaglia di Komarov, ultima grande
battaglia di cavalleria della storia, sconfissero definitivamente i sovietici
che iniziarono a ritirarsi.
L’inaspettata vittoria contro un esercito dotato di più
risorse da parte della nascente nazione
polacca senza aiuti di altri stati europei e per le implicazioni religiose,
venne considerato un miracolo e la battaglia di Varsavia fu soprannominata il
miracolo della Vistola. In effetti, se la Polonia non avesse retto l’urto sovietico le
armate comuniste sarebbero dilagate in Europa con l’appoggio dei vari partiti e
movimenti comunisti nazionali; per questo e per le implicazioni già menzionate
la guerra sovietico-polacco merita sicuramente di essere ricordata. Dopo una
serie di scaramucce fra i due eserciti si firmò il tratto di pace il 20 ottobre
1921 e così si pose fine alla guerra sovietica-polacca. Un particolare curioso:
nella Santa Casa di Loreto nella cappella polacca si può vedere l’affresco che
testimonia la vittoria polacca.
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